Emissione di fatture ‘di comodo’, elementi passivi fittizi per circa 1 milione e 400 mila euro più Iva pari a circa 300 mila euro: questo quanto emerso dalla vicenda giudiziaria che ha come protagonisti due imprenditori nel ramo del cablaggio industriale di San Nicola La Strada, Francesco C. e di Grazzanise, Pasquale C., finiti sotto processo a seguito di una indagine della Guardia di Finanza di Capua e dell’Agenzia delle Entrate per omesse dichiarazioni dei redditi su uno dei due imprenditori che disvelò secondo quanto ricostruito dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere un sistema di dichiarazioni fraudolente mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti e l’emissione di fatture di comodo per un ammontare circa di 1 milione e 400 mila euro più Iva pari a circa 300 mila euro.
Il giudice monocratico Rosetta Stravino del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha deciso però di assolvere i due imputati perché il fatto non sussiste. Tra le argomentazioni argomentazioni dei legali, è stato dimostrato che le fatture emesse erano reali, che non c’era una Partita IVA astratta, che era sussistente un rapporto lavorativo nella natura del subappalto tra i due imprenditori tali da giustificare elevati importi e le corrispondenti prestazioni di servizi e che la presunzione delle fiamme gialle capuane nonché dell’Agenzia delle Entrate era infondata.