Cosa significa comunicare? Come è possibile riconoscere il proprio modo di comunicare e soprattutto qual è la differenza tra una comunicazione efficace e una buona comunicazione? Questi solo alcuni degli interrogativi che saranno argomento del webinar «Deontologia e comunicazione» in programma per mercoledì 20 gennaio sulla piattaforma Zoom. L’iniziativa è dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Caserta, in collaborazione con il Consiglio Notarile di Santa Maria Capua Vetere e l’Ordine degli Avvocati del Foro sammaritano.
L’incontro si aprirà con i saluti e la presentazione dell’evento da parte dei presidenti Adolfo Russo (Ordine Avvocati), Alessandro de Donato (Consiglio Notarile) e Luigi Fabozzi (Ordine Commercialisti). Quindi le relazioni del professore ordinario dell’Università Vanvitelli Luca Pisani, (“Deontologia e sussidiarietà”) e del commercialista e psicologo del lavoro Vincenzo Motta (“Il professionista empatico per il benessere organizzativo”). Gli aspetti critici della professione saranno trattati dal commercialista Antonio Miele (“Organizzazione dello studio”) e dal notaio Barbara D’Amato (“I rapporti professionali”). Seguirà l’avvocato del Foro sammaritano Angelina D’Addio (“Testimonianza operativa. Il counselling e la professione forense”). Conclusioni affidate ad Alessandro de Donato e a Luigi Fabozzi.
Queste le parole del presidente del Consiglio Notarile Alessandro de Donato: «La regola deontologica non è limitata al perimetro circoscritto di una dimensione extranormativa, rilevante solo sul terreno dei doveri morali o sociali, ma fissa precetti da considerarsi alla stregua di norme giuridiche nel rapporto tra iscritto e ordine professionale. La promanazione dagli ordini professionali, permeati da connotazione pubblicistica, proietta la regola deontologica nel sistema delle fonti, colorandola di giuridicità. La regola fissata nell’ambito dei rapporti tra colleghi e quelle relative al rapporto con il cliente si sviluppano sull’asse di una corretta comunicazione; l’attività relazionale deve essere orientata a sostenere e sviluppare le potenzialità delle persone. La negazione dell’alterità porta a considerare l’Altro invisibile. E questa è una forma di cecità! I fili tesi tra passato e futuro, tra ricordo e progettazione, restituiscono alla vista la pluralità degli elementi propri di un contesto sociale che voglia assurgere a comunità, riconoscendo valore alle persone, e al loro spazio vissuto».
Quindi, il commercialista e psicologo del lavoro Vincenzo Motta: «Lo studio professionale non è fatto solo di conoscenze tecnico scientifiche legate alla propria professione. Esso infatti è caratterizzato da dinamiche personali ed interpersonali che lo rappresentano e pertanto lo distinguono dagli altri studi professionali. Lo stress lavorativo spesso genera incomprensioni comunicative sia con i collaboratori che con i clienti e tali situazioni possono a loro volta generare conflitti, spesso non risolti e che si trascinano nel tempo, che influiscono in modo negativo sul clima organizzativo dello studio professionale. Le incomprensioni e i conflitti sono determinati spesso dal tipo o meglio dalla qualità della comunicazione personale. La qualità della comunicazione a sua volta influenza e il più delle volte determina la qualità delle relazioni personali e professionali».